Premesse

Già nell’VIII secolo alcuni sovrani volevano concludere la loro permanenza terrena nel centro della cristianità. A partire dal XVI secolo si cominciarono a fondare a Roma degli istituti nazionali, che permettevano ai pellegrini e ai sacerdoti residenti a Roma di essere l’anello di congiunzione tra la guida della Chiesa e del Papa e la madrepatria. L’ospizio e il piccolo cimitero erano elementi preziosi per la vita terrena ed eterna. In passato organizzazioni statali internazionali offrivano alloggio anche a studenti provenienti dall’area slovena. Il Collegio sloveno di Roma si è quindi classificato solo al 109° posto tra queste istituzioni.

Prima della Seconda Guerra Mondiale il dott. Anton Korošec (1872–1940) è stato tra i primi promotori del Collegio sloveno. Già prima era stato favorevole all’idea il Beato Anton Martin Slomšek (1800–1862). Anche il vescovo Gregorij Rožman ha affermato in un’occasione: «Come avremmo bisogno di un collegio sloveno a Roma, affinché qualcuno rappresenti i nostri interessi presso la Santa Sede». Durante il suo mandato alla guida della diocesi di Lubiana la questione del Collegio sloveno a Roma fu argomento di conversazione in diverse occasioni. Nell’anno accademico 1933/34 all’interno della Facoltà di Teologia si discusse in vari ambienti che, seguendo l’esempio di altre nazioni, anche gli sloveni avrebbero dovuto  provvedere per un Collegio teologico a Roma, dove gli studenti sloveni avrebbero potuto soggiornare durante i loro studi di specializzazione.

La necessità di un Collegio sloveno a Roma si è fatta evidente nella seconda metà dell’anno 1945, infatti un simile istituto, secondo l’opinione del dott. Ivan Ahčin avrebbe potuto essere: «la testimonianza del libero lavoro del nostro popolo in emigrazione circa l’importanza dell’elemento sloveno nel quadro della Chiesa universale». Dopo la seconda guerra mondiale accanto al gesuita p. Anton Prešern (1883–1965), fu iniziatore della promozione dell’istituto sloveno anche il vescovo di Lubiana mons. Anton Vovk (1900–1963), che all’inizio del 1960 poté compiere la sua prima visita ad limina apostolorum.

Inizi all’estero

Il predominio dell’ideologia comunista antiecclesiale nell’area dell’ex Jugoslavia ha spinto molti rifugiati nel mondo, molti dei quali, purtroppo, in clandestinità. Tra le centinaia di migliaia di rifugiati ci furono numerosi sacerdoti, religiosi, seminaristi e i loro professori, come pure il vescovo di Lubiana Gregorij Rožman (1883–1959). I seminaristi (38) e i loro professori (7) ricevettero già il 25 giugno 1945 nel campo profughi di Maniago (Italia) il decreto dell’allora Congregazione per i Seminari e le Università in Vaticano per proseguire gli studi superiori nell’Abbazia benedettina di Praglia vicino a Padova, e l’anno successivo si trasferirono a Bressanone. Dal 1952 al 1960, a causa dell’esiguo numero di studenti e nella speranza che questa fosse un’opportunità per i seminaristi emigrati e in patria quando si fosse aperta questa occasione, trovarono ospitalità nella Diocesi di San Luis in Argentina, ad Androgué.

Durante la visita di mons. Vovk a Roma maturò il progetto più ampio di un collegio sloveno con sede a Roma. Nella festa della Visitazione della Vergine Maria, il 31 maggio 1960, è stata inoltrata alla Congregazione per i Seminari e le Università in Vaticano la domanda per fondare un collegio ecclesiastico sloveno a Roma. Il Prefetto di summenzionata Congregazione il 4 luglio 1960 ha emesso il decreto provvisorio (Prot. N. 1328/60) sulla fondazione del collegio ecclesiastico sloveno.

Realizzazione a Roma

Su decisione del Papa Giovanni XXIII, la summenzionata Congregazione, il 22 novembre emise il decreto di fondazione del Collegium slovenorum de Urbe situato in Via dei Colli 8, dove già esisteva un centro più piccolo sloveno.

Il 27 ottobre 1965 tutti e tre i vescovi sloveni furono presenti all’inaugurazione del collegio, al quale poterono inviare anche i primi studenti provenienti dalla loro patria. Significativo è il fatto che proprio in questo giorno Papa Paolo VI firmò il decreto del Concilio Vaticano II sulla vita e la missione dei presbiteri. Acquistarono un terreno lungo la Via Aurelia, disponibile per l’ampliamento e la costruzione di una nuova struttura più grande. La prima pietra è stata benedetta da papa Paolo VI il 9 maggio 1969. Nella primavera del 1970 si decise di scegliere un edificio esistente. Così, il 13 dicembre 1970, acquistarono dall’associazione Lux et amor un edificio polifunzionale costruito negli anni ’50 lungo la via Appia nuova.

Il piano terra dell’edificio, destinato a produzione e deposito, doveva essere adattato e adeguato per il nuovo scopo. Il 18 giugno 1973 i vescovi sloveni hanno benedetto l’edificio ristrutturato dello Slovenik. Durante l’udienza alla quale oltre ai vescovi vi era una numerosa rappresentanza della popolazione religiosa slovena proveniente dalla patria, dall’estero e dalle zone di emigrazione, Papa Paolo VI conferì al collegio sloveno il titolo di «istituzione pontificia».

Nel 30° anniversario della fondazione dello Slovenik, il 22 novembre 1990, l’istituto è stato visitato e benedetto da Papa Giovanni Paolo II, che ha presieduto la celebrazione eucaristica e si è incontrato con i responsabili della Chiesa in Slovenia e i residenti dell’istituto. Poco più di un mese dopo venne accolta la decisione plebiscitaria a favore dell’autonomia e dell’indipendenza slovena.

Lo Slovenik, il Pontificio Collegio Sloveno a Roma, è cresciuto e maturato sulle sante fondamenta di tre papi: il santo Papa Giovanni XXIII, che lo fondò, il santo Papa Paolo VI, che lo inserì tra le istituzioni pontificie, e il santo Papa Giovanni Paolo II, che lo visitò e lo benedisse.

Il 4 novembre 1965 la Repubblica Italiana ha riconosciuto lo Slovenik come persona giuridica e, dopo l’aggiunta del titolo “Pontificio” il 19 febbraio 1979, riconobbe ancora lo status di persona giuridica.

Il 27 maggio 1989 la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha dichiarato patrona principale dello Slovenik Maria Ausiliatrice – Maria Pomagaj e quali patroni secondari dell’istituto i santi fratelli Cirillo e Metodio e Tommaso d’Aquino.

Missione dello Slovenik

Collegio per sacerdoti studenti.     

Il padre gesuita Anton Prešeren, autorizzato dal vescovo Vovk a fondare il collegio sloveno a Roma, scrive, tra l’altro, in una richiesta datata 31 maggio 1960, indirizzata alla congregazione competente: «Sua eccellenza, mons, Anton Vovk, Vescovo di Lubiana, nel mese di gennaio dell’anno corrente, durante la sua permanenza a Roma, si rese conto della grande necessità di preparare professori più giovani per la Facoltà di Teologia di Lubiana, e approvò il progetto di predisporre nella suddetta casa almeno alcune stanze per alcuni sacerdoti che avevano concluso gli studi teologici in Argentina, poiché avrebbero ottenuto facilmente il permesso di recarsi a Roma per gli studi superiori presso i vari atenei romani».

In una lettera del 16 novembre 1960, mons. Vovk incaricò padre Prešeren di erigere definitivamente il collegio per sacerdoti studenti, nella quale scriveva: «Ci auguriamo che l’istituto ecclesiastico sloveno, che mi sta tanto a cuore a motivo della sua particolare importanza per la formazione approfondita dei sacerdoti sloveni, progredirà ogni giorno e porterà i frutti desiderati».

La Congregazione per i Seminari e le Università emanò il 22 novembre 1960 con numero di protocollo 1328/60 un decreto dal seguente contenuto: «Sua Eccellenza, il Vescovo di Lubiana ha deciso di erigere a Roma un collegio che possa accogliere i giovani sacerdoti delle diocesi slovene e li possa istruire adeguatamente presso la veneranda tomba degli apostoli nella pietà, nella scienza e nelle virtù sacerdotali. Pertanto la Sacra Congregazione per i Seminari e le Università erige a Roma il Collegio Sloveno a norma del diritto canonico. Questo istituto ha tutti i diritti e i privilegi delle altre istituzioni romane. Tutto il contrario è annullato».

Al punto 6 dello Statuto provvisorio si legge: «Il Collegio accetta come studenti i sacerdoti di tutte le diocesi slovene, nonché quelli che provengono da fuori dei confini sloveni, che siano sloveni per nascita o per lingua, affinché avanzino con devozione, intelligenza e diligenza, non solo nella filosofia, nella teologia, nel diritto canonico, nelle Sacre Scritture e nelle altre discipline ecclesiastiche, ma rafforzino anche lo spirito su richiesta dei loro ordinari. Gli studenti sono proposti e raccomandati dagli ordinari».’

L’istituto, soprattutto dopo la visita di Papa Giovanni Paolo II. cominciò ad aprire le porte a sacerdoti di altre nazionalità e di altri riti. I vescovi sloveni hanno sostenuto la finalità dell’istituto con una giustificazione semplice ma convincente: come i sacerdoti sloveni studenti sono stati ospiti fino a poco tempo fa presso altri istituti, soprattutto missionari, così è giusto che ora aiutiamo anche gli altri, soprattutto quelli che provengono da terre di missione. Con questa decisione sosteniamo questo nonostante la diminuzione del numero dei missionari sloveni.

Accademia slovena di teologia (Slovenska teološka akademija – STA)

Quando nel 1919 fu fondata l’Università di Lubiana e contemporaneamente la Facoltà di Teologia, nacque anche l’Accademia di Teologia (Bogoslovna akademija – BA). Questa è stata fondata a Lubiana il 1° giugno 1920 come sezione della Società Leon. A quest’ultima partecipavano da diversi anni laici di orientamento cristiano e sacerdoti e da 14 anni pubblicavano la rivista scientifica Čas (Tempo).

Fin dai primi anni dell’attività consolidata dello Slovenik nella via Appia si pensava che questa casa slovena avrebbe anche sintetizzato, collegato e incoraggiato un’attività scientifica più ampiamente concepita. Queste possibilità sono state offerte dal tesoro di documenti sui luoghi e sulle persone slovene conservato negli archivi vaticani. Ciò è stato sottolineato soprattutto dal dott. Rudolf Klinec, cancelliere dell’arcidiocesi di Gorizia, e il dott. Maksimiljan Jezernik, rettore dello Slovenik. Così, il 20 aprile 1978, il consiglio ordinario della Facoltà di Teologia di Lubiana ha fondato l’Istituto di Storia della Chiesa (Inštitut za zgodovino Cerkve – IZC). In questo periodo, il 10 maggio 1978, in occasione del 750° anniversario della Diocesi di Lavandin-Maribor, i professori sloveni operanti presso le Pontificie Università Romane firmarono lo statuto dell’Accademia slovena di Teologia (STA) con sede allo Slovenik. Il presidente pro-tempore è il rettore del Pontificio Collegio Sloveno a Roma. Secondo lo Statuto sono membri onorari tutti i vescovi sloveni e le persone nominate dal presidente d’accordo con i membri fondatori. I membri effettivi sono: 1) professori sloveni delle istituzioni accademiche pontificie romane disposti a partecipare; b) Intellettuali, sacerdoti e laici sloveni a Roma, in Slovenia e nel mondo, nominati dal presidente con l’accordo della maggioranza dei membri fondatori.

Nella sua attività l’Accademia si è concentrata in particolare sul lavoro di ricerca negli archivi vaticani ed era strettamente collegata all’Istituto di Storia della Chiesa (IZC) di Lubiana, che non disponeva di risorse finanziarie stabili per la pubblicazione delle sue scoperte scientifiche. Nel 1983 l’ Accademia slovena di Teologia (STA) di Roma ha deciso di acquistare 300 copie della rivista Acta Ecclesiastica Sloveniae (AES), che l’Istituto di Storia della Chiesa (IZC) ha iniziato a pubblicare nel 1979. Queste copie furono inviate dallo Slovenik alle istituzioni accademiche, alle biblioteche universitarie romane, a personaggi accademici famosi e a molti dignitari ecclesiastici.